La microfusione, è un processo di getti di forma quasi finita; una forma che, per ottenere i requisiti richiesti di tolleranza, necessita di poche successive lavorazioni alle macchine utensili.
La microfusione nell’antichità: qualche accenno di storia.
La tecnica della fusione a cera persa (o microfusione) veniva utilizzata dai popoli antichi per la produzione di strumenti e oggetti vari in bronzo (comprese anche statue monumentali di grande valore artistico). E fino al secolo scorso, la fusione di oggetti in bronzo, oro e argento mirava principalmente a riprodurne la figura, la linea e l’idea artistica, tralasciandone la precisione dimensionale.
La microfusione nel ‘900: gli inizi del secolo.
L’esigenza della precisione dimensionale emerse
solo all’inizio del ‘900 quando alcuni laboratori tecnico-dentistici iniziarono ad utilizzare questo procedimento per creare protesi dentarie. Durante la seconda guerra mondiale si utilizzò la tecnica della microfusione per produrre palette per turbine di motori d’aereo a turbo-reazione, in maniera affidabile e su vasta scala. All’inizio degli anni ’50, questa tecnologia arrivò anche in Europa, trovando impiego nei settori produttivi che richiedevano particolari in acciaio o in leghe speciali con forme geometriche complesse e con ristrette tolleranze dimensionali.
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