A Hangzhou in Cina, si è appena concluso il G20. Un’occasione importante per Europa e Stati Uniti di trattare, insieme ai rappresentanti cinesi, la questione della produzione di acciaio da parte del Paese asiatico e il relativo export di acciaio.
Tagli alla produzione di acciaio cinese.
Durante il G20 si è deciso di dare vita ad un Forum globale al fine di monitorare la sovrapproduzione di acciaio su scala globale. Ma perché questa decisione? Dal 2010, secondo i dati della Commissione Europea, l’export di acciaio inox dalla Cina all’UE è cresciuto del 70%. Questo ha significato un forte calo delle produzione in Europa; oltre a più di 10 mila posti di lavoro persi in questo settore. Inoltre, anche gli investimenti hanno subito un brusco arresto.
Come monitorare la produzione?
Il Presidente della Commissione europea Juncker ritiene estremamente urgente il problema che attualmente si trova ad affrontare l’industria dell’acciaio europea. Sarà fondamentale, infatti, che la Cina accetti di stabilire un meccanismo atto a monitorare l’eccesso di produzione. Ma come affrontare il problema? Durante il summit è stato concordata la creazione di un gruppo di lavoro bilaterale, in vista del trattamento della Cina nelle inchieste anti-dumping e anti-sovvenzioni. Ma questa riuscirà ad essere una soluzione efficace?
Riduzione export di acciaio. La reazione cinese.
Da parte di Pechino c’è stata una prima apertura in riferimento alla riduzione dell’ export di acciaio. La Cina ha, infatti, approvato la formazione del Forum globale per il monitoraggio della sovrapproduzione di acciaio, sotto il controllo dell’Ocse. Un passo necessario in risposta all’impatto negativo sul commercio. Nel 2017 sarà redatto e diffuso un primo report riguardante i passi in avanti fatti durante gli incontri del Forum globale.
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